CULTURA SARDA

LAUREA AD HONOREM A LUIGI LAI

 

 

Università di Bologna: laurea ad honorem al maestro Luigi Lai, classe 1932. Il più grande suonatore di launeddas di tutti i tempi ha ricevuto martedì 14.02.2023 la laurea in Discipline della Musica e del Teatro dell'Universitè di Bologna. La stessa sera, in Aula Absidale, il maestro è stato celebrato con la presentazione di un film documentario di Gianfranco Cabiddu su di lui, e con un concerto ideato per lui da Paolo Fresu: hanno suonato assieme, con la partecipazione dei musicisti di "Sonos 'e Memoria". È la prima volta, non solo in Italia, che viene attribuita una laurea ad honorem a un musicista orale. La cerimonia è stata trasmessa su YouTube.


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La cerimonia su YouTube



MAX LEOPOLD WAGNER E SARDEGNA

 

 

Grazie alla sue vicende storiche e al bilinguismo Sardo-Italiano, la Sardegna assume un ruolo particolare all`interno dell`Italia.  Insieme alla Valle d`Aosta, all`Alto-Adige, al Friuli-Venezia-Giulia e alla Sicilia, la Sardegna è una Regione a Statuto Speciale. In Sardegna, 1,3 milioni di persone parlano il sardo, che comprendono l`80% della popolazione sarsa totale e il 3% di quella italiana. (ci sono diversi "sardi" e variazioni, tra logudorese, gallurese, barbaricino, campidanese, algherese, carlofortino, sassarese etc... quando si parla di "sardo" si intende il "logudorese")
Max Leopold Wagner  era un linguista e glottologo tedesco che, per primo, ha studiato sistematicamente la lingua e la cultura sarda e ha redatto diverse opere su questo tema. H. Kröll lo ha definito come "il vero artefice della grammatica sarda".  Wagner ancora oggi è considerattoo come uno dei maggiori conoscitori della lingua e della cultura sarda, nonché fra i romanisti di maggior spicco del ventesimo secolo. Durante la conferenza verranno descritte le fasi più importanti dei soggiorni di Wagner avvenuti in 20 paesi della Sardegna nel periodo tra il 1925 e il 1927 in cui intervistò diverse decine di informatori locali allo scopo di effettuare le rilevazioni lessicali per l’Atlante Linguistico Italo-Svizzero, e verranno mostrate le foto più significative scattate nell’isola dallo studioso tedesco.
Max Leopold Wagner è nato il 17 settembre 1880 a Monaco di Baviera (Munich, München) e deceduto a Washington il 9 luglio 1962. Si laureò a Monaco discutendo una tesi di laurea sulla formazione delle parole in sardo. Nel 1907 ultimò a Würzburg la sua tesi di dottorato sulla Fonetica dei dialetti sardi meridionali (Lautlehre der südsardischen Mundarten). Lo troviamo in Sardegna per la prima volta nel 1905 per studiarne la lingua, vi ritorna poi nel 1912 e in altri viaggi con ritmo quasi annuale.
Oltre a Wagner, a cui fu affidato il compito di eseguire i rilevamenti dialettali in 20 località sarde, gli altri due esploratori coinvolti nell’ambizioso progetto erano il linguista svizzero Paul Scheuermeier, che eseguì i rilevamenti in ben 306 località dell’Italia centro-settentrionale e della Svizzera meridionale, e il filologo tedesco Gerhard Rohlfs, a cui vennero affidate le inchieste in 80 località dell’Italia meridionale.

Dal 1925 al 1927 soggiornò varie volte in Sardegna allo scopo di effettuare le rilevazioni lessicali per l’Atlante Linguistico Italo-Svizzero curato e pubblicato da Karl Jaberg e Jakob Jud tra il 1928 e il 1940, per il quale il Wagner stabilì contatti con molti studiosi di cose sarde, tra i quali Pietro Casu, figura di prestigio per gli intellettuali sardi e non della prima metà del Novecento. L’Atlante consta di otto volumi che comprendono ciascuno oltre duecento tavole delle dimensioni della carta base del Touring Club Italiano e su cui è riportato il lessico (ma anche frasi e forme verbali) di 406 dialetti di altrettante località italiane e della Svizzera meridionale. Il compito dei tre studiosi era quello di intervistare informatori locali in base ad un questionario di circa 2000 vocaboli elaborato da Karl Jaberg e da Jakob Jud, il cosiddetto questionario normale (Qn).  Gli informatori dovevano essere persone che padroneggiassero il dialetto alla perfezione, preferibilmente pastori e contadini che avessero vissuto sempre in quella stessa località o che perlomeno non si fossero trattenuti troppo a lungo in un altro luogo. Il lessico che i ricercatori dovevano raccogliere e preservare dall’incalzante modernità che minacciava l’estinzione non solo della cultura contadina ma anche delle parlate dialettali, riguardava prevalentemente quello della cultura materiale tradizionale, come gli oggetti e le attività dell’agricoltura e della pastorizia ma anche semplicemente i numeri, i nomi dei mesi dell’anno, dei giorni della settimana e delle stagioni, per arrivare alla terminologia dei vari gradi della parentela, l’età, l’amore, la nascita, il matrimonio, la morte, e così via.
Al termine di ciascuna inchiesta ogni esploratore spediva all’università di Berna e di Zurigo il questionario con le risposte dell’informatore.
In Sardegna le inchieste furono effettuate dall’autunno del 1925 all’estate del 1926 a Macomer, Nuoro, Cagliari, Sant’Antioco, Sassari, Ploaghe, Villacidro, Tempio, Bitti, Dorgali, Fonni e Desulo. Dalla primavera del 1927 fino all’estate dello stesso anno ad Escalaplano, Perdasdefogu, Baunei, Santu Lussurgiu, Milis, Mogoro, Busachi e Laconi. Oltre alla compilazione del questionario normale contenente le risposte degli informatori, gli esploratori dovevano redigere il cosiddetto verbale d’inchiesta, in cui venivano indicati: il nome della località, il punto (corrispondente ad una numerazione interna dell’Atlante), la durata dell’inchiesta, di solito 3-4 giorni, e il numero delle ore lavorate per il completamento della stessa.
Immediatamente dopo seguiva una sommaria descrizione dell’informatore e delle particolarità fonetiche del dialetto sottoposto ad indagine. Wagner, Scheuermeier e Rohlfs avevano anche il compito di scattare fotografie, spesso corredate da disegni esplicativi, di oggetti, attività lavorative e persone con l’abbigliamento tradizionale dell’epoca.
La attività di Wagner viene raccontata dagli studiosi sardi suoi contemporanei come una ricerca sul campo di grande impegno e partecipazione[2]. Si narra che fosse solito muoversi a piedi o in bicicletta da un paese all'altro, conosciuto e stimato dalle comunità locali.
Dopo la pubblicazione del suo manuale La lingua sarda: storia, spirito e forma (1950), Wagner partì alla volta di Washington, città nella quale fino alla sua morte sopraggiunta nel 1962, attese alla redazione del Dizionario Etimologico Sardo. Lascia in eredità oltre 450 scritti, di cui più della metà sono dedicati alla lingua e alla civiltà sarda, cosicché Wagner a ragione può essere considerato come “il vero artefice della grammatica sarda” (Heinz Kröll).

La sua opera principale è il Dizionario Etimologico Sardo, DES, che nel 1955 gli valse il conferimento della cittadinanza onoraria contemporaneamente di Cagliari, Sassari e Nuoro. Dopo un lungo indugiare a causa delle malferme condizioni di salute e delle vicende politiche dell'epoca, Max Leopold Wagner accettò di recarsi in Sardegna nel novembre del 1925 allo scopo di effettuare le inchieste lessicali per l’Atlante Linguistico Italo-Svizzero. Fu così che tra il 1925 e il 1927 il linguista tedesco fece la spola tra la Sardegna e il Continente trattenendosi nell’isola per circa un anno. Con l’aiuto di un questionario di circa 2.000 vocaboli soggiornò, non sempre senza disagi, in 20 località dell'isola intervistando diverse decine di informatori locali. Il presente volume contiene la descrizione del carattere degli informatori e le condizioni generali della rilevazione, le osservazioni fonetiche al questionario, foto e schizzi con relativi commenti, nonché alcune impressioni personali della sua esperienza nella Sardegna di allora commentate dal linguista svizzero Siegfried Heinimann.
Max Leopold Wagner lascia in eredità ai sardi materiali linguistico-etnografici nonché etnologici rimasti finora inediti e sicuramente tra i più significativi per riscoprire la Sardegna degli anni Venti del secolo scorso.
Raramente lo sviluppo delle conoscenze scientifiche su una lingua è legato in maniera così stretta alla figura di uno studioso come è accaduto per il sardo con Max Leopold Wagner...



I PROVERBI SARDI

 

I proverbi sardi, come tutti i proverbi, sono delle massime che contengono, espresse in maniera sintetica, delle norme comportamentali, dei dettami di vita e consigli, tratti dalle esperienze comuni di una società. Riportano sostanzialmente ciò che la gente considera vero, concetti elaborati nel tempo e assimilati dalla popolazione, grazie alla saggezza popolare.

Abba in su pistone pista, abba est, et abba s'istat - Pestare l'acqua nel mortaio significa affaticarsi inutilmente a persuadere il caparbio e l'ostinato.

Arrubiu chi su fogu - Rosso come il fuoco, si dice di una persona che arrossisce per imbarazzo, ma anche per indicare il viso arrossato per il sole, per uno sforzo eccessivo, per il troppo vino.

Chini mali si croccada peusu sindi pesada - Chi si corica male, si alza peggio. Vuol essere un avviso: star bene attenti prima, per evitare di ritrovarsi in guai peggiori

Druci cumenti su meli - Dolce come il miele. Si dice di qualcosa di molto dolce che può essere paragonata al miele. Ci si può riferire sia alla dolcezza del cibo, sia alla dolcezza del carattere

Esti unu mraxani - Furbo come una volpe

Grassu cumenti unu procu - Grasso come un maiale. Si dice in senso spregiativo di una persona molto grassa il cui unico impegno è mangiare e dedicarsi quindi a una vita oziosa

Maistru e' ferru, schidoni de linna - Il fabbro ferraio fa spiedi di legno

Faeddare pagu,sabidorìa meda - Parlare poco, molta saggezza

A cosa fatta non balet pentimentu - Fatta una cosa non vale pentirsi

Qui chircat is corrus anzenos bi laxat sos suos - Chi cerca le corna altrui, ci rimette le proprie

In corpu de unu monte si podet intrare, in coro de unu homine no - Nell'interno di un monte si può entrare, nel cuore di un uomo no

Qui hat coverture de bidru non bettet pedra a domo anzena - Chi ha la testa di vetro non scagli pietra nella casa altrui.

Sa mala fama impiccat s'homine - La cattiva fama strangola l'uomo

Sa muzere de su ladrone non riet semper - La moglie del ladro non ride sempre.

Sa muzere de su ladru ponet sa padedda senza battire sa petta - La moglie del ladro mette la pignatta al fuoco prima che il marito porti la carne. Si dice di chi fa castelli in aria.

Cando cumandat sa muzere, maridu iscalzonadu - Quando nella casa comanda la moglie, il marito perde i pantaloni. S'intende delle mogli vane, orgogliose e dissipate.

Amore e signoria non cherent compagnia - Amore e comando non vogliono compagnia. Cioè, sono sempre gelosi quelli che amano e che comandano.

Amare e non esser amadu est tempus ingannadu - Amare e non essere corrisposto, è tempo perduto.

Caddu lanzu, musca meda - Al cavallo magro molte mosche. Significa che al povero vanno le disgrazie.


Tantissimi altri proverbi sono riportati al seguente indirizzo Web "www.contusu.it/proverbi-sardi"


 

LINGUA SARDA E VARIANTI LINGUISTICHE
Gruppi della lingua sarda e varianti linguistiche

Il sardo propriamente detto viene comunemente distinto in due gruppi (diasistemi o varietà): il logudorese-nuorese (dialetti centro-settentrionali) e il campidanese (dialetti meridionali).

Pur accomunati da una morfologia e una sintassi fondamentalmente omogenee, le due varietà presentano rilevanti differenze di pronuncia e talvolta anche lessicali. All'interno di ciascun gruppo il sardo è comunque mutuamente comprensibile (le differenze sono fondamentalmente di tipo fonetico) e relativamente omogeneo.

Esistono inoltre numerosi dialetti che presentano delle caratteristiche appartenenti ora all'una, ora all'altra macro-varietà e risulta impossibile tracciare un confine netto tra logudorese-nuorese e campidanese.

Un discorso a parte va fatto per le seguenti varianti còrse

il gallurese, parlato nella parte nord-orientale dell'isola (Gallura), è di fatto una variante Còrso meridionale, conosciuto dai linguisti col nome di Còrso-Gallurese e nato verosimilmente a cavallo tra il XV e il XVII secolo a seguito di notevoli flussi migratori nella regione di genti Còrse.

il sassarese, parlato a Sassari, a Porto Torres, Sorso, Stintino e nei loro dintorni, possiede caratteristiche di idioma intermedio tra il gallurese (di cui conserva la grammatica e la struttura) e il logudorese (da cui deriva parte del lessico e della fonetica), caratteristica della sua origine comunale e mercantile, oltre all'influenza dei contatti con pisani, genovesi e catalani, castigliani, sardi, corsi e italiani.

Nella città di Sassari, comunque, il sardo logudorese è abbastanza diffuso per via di un'ampia immigrazione da centri sardofoni ed è insegnato in alcune scuole come lingua minoritaria.

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_sarda



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